EX CIMITERO MILITARE DI CASON DEL COSTON (Malga Pat)

 

 

UN PO' DI STORIA

 

IL MONTE GRAPPA entra in guerra nel novembre 1917, con l’ordine di Cadorna di ritirata al Piave. Caporetto 24 ottobre 1917 – Monte Grappa 24 ottobre 1918, un anno in cui si passa dalla disastrosa sconfitta alla sofferta vittoria, chiamata di Vittorio Veneto, ma pagata col sangue dei soldati Grappa.

 

Tre sono le battaglie principali che qui si sono svolte: La Battaglia d’Arresto, Difensiva del Solstizio, Offensiva di Vittorio Veneto.

 

BATTAGLIA D’ARRESTO (14/26 nov. ’17 – 10/25 dic.)

Nel tratto di fronte che va da M. Coston – Asolone-Col Berretta-Col Caprile operarono diverse Brigate di Fanteria: Aosta, Trapani, (1° tempo), Pesaro, Basilicata, Abruzzi, Calabria, Massa Carrara, Cuneo, Modena (40000 fanti); a frenare l’avanzata anche i Battaglioni alpini Aosta, M. Matajur, Val Natisone, Val Tagliamento, M. Rosa, Courmayeur, M. Clapier, Val Brenta, Val Varaita, Val Pellice, Val Susa, Pinerolo, Tolmezzo (12000 alpini) 2 Btg. Bersaglieri, 2 Btg. Genio, 12 Btr. da camp. e 2 da montagna.

La cruenta Battaglia, che doveva salvarci dall’invasione imperiale, si svolse in due fasi, la prima dal 14 al 26 novembre; poi una sospensione dovuta al logoramento delle forze in campo e ad un paio di metri di neve caduti il 26. La ripresa della Battaglia avviene il 10 dicembre con scontri violentissimi per il possesso di M. Asolone, Col della Berretta, Col Caprile … tutte quote che resteranno in mano avversaria alla fine degli scontri a Natale del 1917.

 

Il 14 Gennaio 1918 il Comando italiano tenta un’offensiva per riconquistare le importanti quote perdute, in particolare l’Asolone. 8 Rgt. di fanteria (VI CA  - Cremona 21-22, Pesaro 239-240, MassaC. 251-252, Messina 94, Bari 139) e 3 Btg. Alp. (Borgo S. Dalmazzo, Fenestrelle, Moncenisio) – circa 20.000 uomini assaltano la dorsale di M. Asolone. Dopo una notte di assalti  il 22° Rgt. della B. Cremona alle 6 occupa la q. 1520 di m. Asolone.  Quasi due ore resistono i fanti sulla quota, poi, devono cedere all’incalzante avanzata degli austriaci che salgono indisturbati da Val delle Saline. L’offensiva viene sospesa.

Resta per le nostre truppe il conforto di aver oramai definitivamente fermato l’irruenza avversaria anche se il prezzo pagato sul Grappa è stato alto: circa 20.000 soldati fra caduti, feriti, dispersi.

 

Il 1° marzo 1918 la 4a Armata ha un nuovo comandante Gen. Morrone al posto di Nicolis de Robilant;

Il 24 aprile cambio ancora di comandante, arriva il Gen. Gaetano Giardino e da ora la 4a armata si chiamerà Armata del Grappa e lo spirito che il suo comandante trasmetterà ai “soldatini” sarà di fiducia, di convinzione, di certezza del successo finale. L’Armata viene riordinata su 5 C.A. – 3 in linea e 2 in riserva.

 

BATTAGLIA DIFENSIVA

Il 15 giugno gli austroungarici tentano di sbloccare la statica situazione scatenando una violenta battaglia su tutto il fronte; raggiungere la pianura, Bassano, Treviso, Venezia i loro obiettivi. I nostri comandi, a perfetta conoscenza dei loro piani operativi non si fanno sorprendere e scatenano immediatamente con tutte le artiglierie un impressionante fuoco che rallenta le operazioni imperiali e che diffonde timore negli attaccanti. Alle 3 di notte di quel fine primavera il cielo del Grappa s’illumina di migliaia di scoppi. Un contrattempo penalizza la difesa italiana: con l’alba sale dalle valli la nebbia che favorisce l’avanzata dei reparti  austriaci che riescono a penetrare (per quanto l’ovest Grappa) nelle nostre difese a Col del Miglio, Fenilon, Fagheron, Col Moschin, testata Valle di San Lorenzo; fortunatamente a mattino inoltrato la nebbia si dirada permettendo così alle artiglierie, particolarmente quelle in Galleria V.E., di battere gli attaccanti anche sul retro togliendo loro la possibilità di rifornimento e di afflusso rincalzi. Verso mezzogiorno parte il nostro contrattacco che ci porta a riconquistare entro la serata Col Fagheron, Fenilon. In queste operazioni si distingue il IX Reparto d’assalto del Magg. Giovanni Messe – 3 compagnie Arditi – 600 uomini. La mattina del 16  gli arditi di Messe riprendono anche il Col Moschin.

Le perdite del reparto nei 2 giorni di combattimento, rispetto ai risultati ottenuti, sono lievi … 1 Capitano morto Umberto Pinca, 1 ferito, truppa morti 5 feriti 8. E il nome di questo colle entrerà nella storia del reparto sopravvivendo ancor oggi nel IX Rgt. ass. par. Col Moschin – il più valido reparto del nostro Esercito -  con sede a Livorno, sede che vede poco in quanto molto spesso impiegato in terre lontane.

 

La brigata Bari ricaccia gli austriaci da Ponte San Lorenzo e blocca il loro afflusso dalle vallette scendenti dall’Asolone. Dopo due giorni di ferocissimi scontri, la battaglia va spegnendosi; poco è il terreno perso dagli italiani … ma serve un contrattacco per tornare in vista dell’Asolone … e tocca ancora al IX; il 24 giugno, alle ore 16, con la Brigata Bari, si attacca M. Asolone. Feroci corpo a corpo per la conquista della cima, che viene occupata, ma non tenuta per evidente superiorità dei difensori che affluivano in gran numero. Qui cade il portastendardo del IX il soldato siciliano di Bagheria Ciro Scianna; gli verrà concessa la M.O. Le perdite del IX furono gravissime: 1 cap. morto Mannuccio Mannucci, 16 ufficiali feriti su 20; truppa morti 24, feriti 200 su 450.

 

Sulla dorsale da Col delle Farine a M. Rivon il 15 giugno è in linea la Brigata Pesaro, con i reparti di riserva dislocati proprio in questa area. I combattimenti sulla q. 1503 di Col delle Farine sono violenti, ma alla fine i fanti della Pesaro riescono a bloccare l’avanzata avversaria e occupano la quota. Il giorno 16 proseguono nel contrattacco e riprendono il caposaldo sulla linea avanzata di q. 1490 arrivando fino al “Fortino Regina”. Tutta la linea Asolone – Col delle Farine – Coston – Rivon è in mano ai fanti della Pesaro a costo di 19 ufficiali e 502 uomini di truppa fuori combattimento.

L’Armata del Grappa perderà 14.000 uomini fra morti, feriti, dispersi.

I reparti più provati vengono avvicendati per circa un mese (fra luglio e agosto) compresa la Pesaro che rientra a Borso. Poi fino a ottobre normale attività di linea con avvicendamenti.

 

LA BATTAGLIA OFFENSIVA – 24/30 ottobre 1918

 

Il Comando Supremo Italiano ha disposto che nel quadro generale dell'offensiva che verrà lanciata debba considerarsi risolutivo il passaggio del Piave e la conseguente battaglia nella pianura di là dal fiume, verso la Sernaglia e Vittorio.

Pertanto la 4a Armata sul Grappa dovrà esercitare una forte pressione sul nemico, per impedirgli di spostare truppe sul Piave, anzi di far sì da sottrarne.

Tale compito dimostrativo si tramuterà poi, per la piena del Piave, tramutarsi in attacco a fondo, in quanto le Armate  impegnate a passare il fiume dovranno rimanere immobili sulla sponda destra, praticamente sino alla notte sul 28 ottobre.

L’Armata del Grappa, come da piano predisposto , attacca sul fronte del massiccio il 24 ottobre.

Giornata fredda, piovosa con scarsa visibilità per la nebbia incombente. Alle sei del mattino ha inizio la preparazione d'artiglieria che apre il fuoco sulle posizioni da attaccare.

Il IX C.A. (Col Moschin-Asolone) ha come obiettivi: l'Asolone, il Col Berretta per la solita via del Costone delle Fratte e il Col Caprile.

Alle 7,15, il 139° della "Bari" attacca le quote 1520 e 1486 mentre il 140° Reggimento "Bari" e il 60° reggimento "Calabria" attaccano la quota 1440 e il crinale dei "Campigoli".

Le quote sono raggiunte e anche sorpassate e il 139° prosegue per il Costone delle Fratte verso i suoi obiettivi, ma i contrattacchi immediati usciti dalla Val delle Saline e il fuoco delle mitragliatrici incavernate costringono le nostre truppe a rientrare nelle linee di partenza.

 

Nel settore del VI C.A. (Asolone-Pertica) la B. Pesaro accende la battaglia il 24 ottobre all’attacco del M. Pertica che conquista il 25. Cerca di riprendere anche Col della Martina; il 27 un poderoso contrattacco au. ha successo con la riconquista del Pertica, subito ribaltato dai fanti della Pesaro. Una eroica lotta costata 88 ufficiali e 1583 fanti fra caduti, feriti, dispersi…  la brigata viene sostituita dalla Modena e inviata poi, ai primi di novembre,  in quel di S. Eulalia per riordinarsi. Il Pertica passerà più volte di mano restando alla fine in mano austriaca fino al loro arretramento del 30.

 

Torniamo sull’Asolone al 25 ottobre.

Gli Arditi del IX Reparto d'Assalto vanno all’attacco dall’Asolone a Col della Berretta; riescono ad affermarsi sulle quote, ma contrattaccati violentemente e ingabbiati da precisi bombardamenti anche di art. it. non a conoscenza della conquista, non possono mantenersi e sono costretti a desistere dall'azione e a rientrare nelle linee di partenza. Nel rientro cade il Cap. Enrico Picaglia che con alcuni arditi della sua 2° Cp. era accorso in aiuto al C.te di Btg. Magg. Messe che con il portastendardo Vitali stava per essere accerchiato. Assai rilevanti le nostre perdite. Il IX perde 5 uff. morti, 8 feriti, 30 truppa morti 140 feriti, 6 dispersi. Nella notte viene ritirata la 18a Divisione e sostituita dalla 21a Divisione (Brigata Siena - 31° e 32° Rgt. Fanteria e Brigata Forlì - 43° e 44° Rgt. Fanteria).

Ritirato anche, per la riorganizzazione, il IX Reparto d'Assalto.

 

26 ottobre. Con la Divisione fresca si ritenta la conquista della dorsale Asolone-Pertica.

Malgrado l'impegno e lo slancio delle Fanterie non è possibile organizzare le quote raggiunte e i contrattacchi del nemico obbligano le nostre valorose truppe a rientrare nelle linee di partenza.

 

Le due giornate del 27 e del 28 ottobre sono giornate di riordino. Tutti i Reparti impiegati nella lotta risultano assai provati, anche gli avversari, che però non mollano, nonostante problematiche di coesione fra i reparti …

 

 

29 ottobre. Il Comando del IX Corpo d'Armata, nel tentativo di sbloccare la situazione, dispone che una poderosa massa d'assalto attacchi l’Asolone. Fa affluire pertanto tre Battaglioni d'Assalto e i plotoni Arditi delle Brigate Bari - Calabria - Siena - Forlì - Basilicata e Abruzzi. Obiettivo ridotto al solo Col della Berretta.

L'azione ha inizio alle 9,35 di mattina sotto una pioggia gelata.

Raggiunta la quota 1520 - Asolone, immediatamente s’inizia l'occupazione del Costone delle Fratte e malgrado numerose mitragliatrici nemiche incavernate nella Val delle Saline e i violenti contrattacchi sui fianchi, gli Arditi procedono per il Costone sino alle pendici di Col Berretta. Contrattaccati qui furiosamente, ingabbiati dal fuoco d'artiglieria e di mitragliatrici, gli Arditi devono al fine lasciare la presa e rompendo l'accerchiamento in corso, sono costretti a ripiegare per il Costone e a sospendere l'azione.

Questa giornata è densa di mirabili atti di eroismo, di coscienti e sublimi sacrifici, però non sono sufficienti a riconquistare il Monte. Val delle Saline e Costone delle Fratte le due spine nel fianco per le truppe italiane.

Due Ufficiali Arditi del IX Reparto d'Assalto sono stati decorati di Medaglia d'Oro al Valor Militare per le azioni del 25 e del 29 ottobre sull'Asolone.

Sten. VITALI DARIO da Lucca – Ten. ZANFARINO MAURIZIO da Sassari (zio materno Pres. Cossiga)

 

Col giorno 29 ottobre, praticamente hanno fine le operazioni di Guerra sull'Asolone come sul resto del fronte del Grappa.

La notte sul 30 gli austroungarici si ritirano dal Grappa, lasciando così campo libero all’avanzata italiana verso Feltre – il 31 a Feltre le nostre truppe sono fotografate senza armi … la pace fra i combattenti s’impone ancor prima degli accordi fra le potenze.

 

Il comportamento dei nostri Soldati è stato determinante nel dare l'aiuto ai fratelli combattenti sul Piave.

Gli oltre 25.000 fra caduti, feriti, dispersi delle ultime giornate d'ottobre sul Grappa, quasi il 70% delle perdite complessive della Battaglia di Vittorio Veneto, hanno reso il Grappa monte Sacro alla Patria, eterno altare di sacrificio.

 

E il sacrificio era ben evidente in questo Cimitero di Cason del Coston, dove riposavano fino agli anni ’30 255 Caduti immolatesi nell’anno di guerra dall’Asolone al Pertica. L’elenco dei sepolti. compilato il 10.12.18 dal Cappellano Militare del 240° Ft. è agli atti al Comune di Borso; riporta 195 Fanti (82 Pesaro, 50 Cremona, 23 Cp. Mitr., 16 Modena, 9 Massa C., 16 altre B.) - 12 dei Reparti Assalto, 10 Genieri, 7 Artiglieri, 2 Servizi, 1 Alpino e 27 Austroungarici.

Fra i sepolti c’era qui anche il Sten. Alberto Cadlolo del 240° Ft. Pesaro che verrà nel ’21 insignito di M.O. al V.M.

 

La Brigata di Fanteria Pesaro, costituita nei primi del 1917, prima di giungere sul Grappa aveva partecipato alla Battaglia dell’Ortigara del giugno in zona M. Zebio, alla Battaglia della Bainsizza dell’agosto, alla ritirata di Caporetto arrivando a riordinarsi a Borso dall’8 dicembre; Borso adotterà, per un anno, questi giovani fanti provenienti da varie regioni d’Italia – Veneto - Lombardia – Piemonte – Toscana – Sicilia – Calabria, che erano stati addestrati nel Lazio – nelle caserme di Viterbo e Civitavecchia; al 15 dicembre i Reggimenti della Pesaro salgono sul Grappa e combattono nella zona Ca’ D’Anna – Lepre – i primi caduti qui sepolti sono del 20-21 dicembre in una azione sul M. Asolone.

 

A fine guerra il Cimitero venne intitolato alla Med, d’Argento Cap. Enrico Picaglia del IX Reparto d’assalto, uno degli ultimi caduti – 25 ottobre 1918.

Sul motivo di questa intitolazione non ho trovato supporto documentale. Risulta un po’ strano che il cimitero sia stato dedicato al Picaglia, era l'unico caduto del IX qui sepolto, i molti altri del IX erano a Val Piana; lui era morto in Val delle Saline, lontano da qui e più vicino a Val Piana … oltretutto questo era un Cimitero Militare del VI C.A. … il cappellano militare del 240° Pesaro non lo scrive nel dic. 1918 fra i caduti qui sepolti, aggiungiamo poi che il diario storico del IX Reparto riporta luogo di sepoltura N.I. – non individuato o non identificato … la vicenda è piena di misteri che, in parte abbiamo risolto con l’uso del ragionamento e la provvidenziale testimonianza del pronipote del Picaglia, sig. Claudio da Ancona.

 

Ipotesi A – il corpo del capitano non è mai stato trovato, come testimonia una lettera pervenuta alla mamma di Picaglia, scritta da una donna di Pove che riferiva di aver saputo dagli arditi lì accampati che il corpo del figlio non era mai stato trovato – come in effetti dice anche il Diario – N.I.

 

Ipotesi B – si può pensare che i resti del povero capitano siano stati rinvenuti dopo la fine della guerra, magari in primavera del ‘19 e quindi qui portati. L’ importante tomba con il suo nome, come risulta dalle foto del ’19, credo sia stata un lenimento allo strazio dei suoi familiari e non ho la certezza che abbia custodito le ossa del Cap. Picaglia.

In una delle foto esposte la donna che piange sulla tomba di Enrico è la promessa sposa Matilde Sorbelli da Modena poi sposata  in Borbolini.

 

Ora il Capitano, come gli altri caduti qui sepolti ed esumati negli anni ‘30, riposa al Sacrario di Cima Grappa, in un loculo, ma chi c’è all’interno? Forse lui, forse un povero austroungarico ignoto?

Non serve e non cercheremo la risposta; le due anime riposano in pace, nell’unità dei popoli europei da loro costruita …                    con la vita.

FOTO RIFERITE ALLA SITUAZIONE ORIGINARIA  CADUTI COSTON.pdf

FOTO RIFERITE ALLA SITUAZIONE pre RECUPERO
Nell'autunno del 2020 il Comune di Borso del Grappa dispone l'inizio dei lavori per il progetto di recupero e valorizzazione dell'area cimiteriale. Incaricata l'Impresa Simeoni e collaborano, al reperimento di idonei materiali e pulizia sterpaglie, alcune squadre di Volontari di varie Ass. d'Arma (Fanti Prov. VI - Artiglieri di Schio - Arditi di Trieste - Caimani del Piave) - altre squadre interverranno in primavera ( Alpini  di Borso - Sentinelle del Lagazuoi - altri non ancora definiti. Ringraziamo tutti i generosi Volontari.
L'area dovrebbe presentarsi così al termine dei lavori